Quando hai capito per la prima volta di avere la capacità di guarire, come le donne medicina delle antiche tradizioni ?
Onestamente, non direi che ci sia stato un singolo momento di "illuminazione", ma piuttosto una graduale presa di coscienza che è arrivata attraverso le mie stesse difficoltà con la pelle. Ho avuto a che fare con iperpigmentazione, acne e il peso emotivo che deriva dal non sentirsi a proprio agio nella propria pelle. Questo mi ha portato a immergermi in un labirinto di ricerche, cercando di capire come funziona la pelle, cosa la influenza a livello più profondo e come potevo favorirne la guarigione. Col tempo, iniziando a formulare prodotti, ho visto in prima persona come la cura della pelle non riguardasse solo la pelle. Riguardava la fiducia in se stessi, il benessere emotivo e persino l'identità culturale. È stato allora che ho veramente abbracciato l'idea che la cura della pelle potesse essere una forma di guarigione, non solo una routine di bellezza.
Le tue formulazioni vanno oltre il trattamento superficiale. In che modo la tua filosofia – che abbraccia mente, spirito e scienza – influenza il modo in cui sviluppi i prodotti?
Per me, la cura della pelle è profondamente personale. Non si tratta solo di applicare un prodotto e aspettarsi miracoli. La nostra pelle è dinamica: riflette tutto, dalla nostra salute e dai livelli di stress alle nostre origini. Considerare non solo ciò che compone la formula, ma anche come si inserisce nella vita e nel benessere di una persona gioca un ruolo fondamentale nella mia filosofia.
Da Sachi Skin, diamo priorità all'apprezzamento culturale rispetto all'appropriazione, al benessere dell'invecchiamento rispetto all'anti-età e alla comprensione degli "stati della pelle" piuttosto che di tipologie di pelle fisse. La pelle non è statica: è in continua evoluzione con il tempo, l'età, l'ambiente e le emozioni. Le formulazioni di Sachi Skin sono state progettate per supportare le sue esigenze in continua evoluzione, allontanando attivamente la narrativa della bellezza da termini obsoleti come "sbiancante" o "anti-età", che hanno connotazioni negative, e concentrandosi invece su inclusività e realismo.
La scienza è, ovviamente, al centro. Dedico molto tempo alla ricerca di studi clinici, risultati dermatologici ed efficacia degli ingredienti per garantire che ogni formula sia supportata da risultati concreti. Ma rispetto profondamente anche la saggezza delle pratiche tradizionali - l'Ayurveda - che esiste da secoli per un motivo. E poi c'è il lato emotivo: come ti fa sentire la cura della pelle. Il rituale di applicare un prodotto, prendersi quel momento per sé, usare ingredienti che risuonano con la propria pelle e la propria storia: fa tutto parte di un percorso più ampio. Non voglio mai creare solo un altro prodotto; voglio creare prodotti che facciano sentire le persone forti, comprese e viste.